Giornata internazionale delle donne: il Comune di Erice al fianco del progetto “La Malarazza”
Pubblicato il 7 marzo 2024 • Anniversari e ricorrenze
Domani, venerdì 8 marzo 2024, ricorrerà la Giornata internazionale della donna. Nel corso di tale giornata, istituita in Italia nel 1922, si celebra l'importanza della lotta per i diritti delle donne, in particolare per la loro emancipazione, e vengono ricordate le conquiste sociali, economiche, politiche, portando l'attenzione su questioni come l'uguaglianza di genere, i diritti riproduttivi, le discriminazioni, la lotta contro il femminicidio e contro ogni genere di violenza.
Come ogni anno, il Comune di Erice intende porre l’attenzione sull’importanza di tale ricorrenza e sull’impegno, che dev’essere quotidiano, nel portare attività e programmazioni, ed è per questo che ha sostenuto la messa in scena di una rappresentazione teatrale incentrata proprio su questi temi.
Ieri pomeriggio e stamattina, all’auditorium dell’Istituto “G. Pagoto”, gremito per l’occasione anche da parte di studenti, la compagnia teatrale Eracruna ha portato in scena la rappresentazione La Malarazza, liberamente ispirata alla vita di Rosa Balistreri, scritta da Rosy Lo Calio con la regia di Federica Prencipe. Lo spettacolo sarà replicato domani sera, con inizio alle ore 21:00, in collaborazione con la Commissione Pari Opportunità del Comune di Erice, sempre all’auditorium dell’Istituto “G. Pagoto”.
«Rosa Balistreri, cuntastorie siciliana, è stata una donna eccezionale che ha saputo raccontare le difficili condizioni di vita della Sicilia degli anni cinquanta che ancora oggi, per certi versi, ritroviamo – commentano la sindaca Daniela Toscano e l’assessora Carmela Daidone -. Una donna coraggiosa che è saputa andare avanti nonostante tutto, che ha saputo reagire ed ha sempre avuto la speranza che potesse esistere un futuro migliore. L'obiettivo principale del progetto è stato quello di riportare in teatro non solo la significativa voce di Rosa Balistreri, ma anche conservare il ricordo della sua vita personale, ventre pulsante della sua vita artistica ed esempio di un inestimabile coraggio e senso di giustizia. Noi abbiamo fortemente creduto in tutto questo ed abbiamo sposato il progetto dell’associazione Eracruna e di Rosy Lo Calio, che ha emozionato tutti i presenti, anche i più giovani che hanno assistito con partecipazione e trasporto all’intera rappresentazione. Crediamo infatti che il teatro abbia una forza eccezionale anche per la trasmissione di messaggi di natura sociale, e ringraziamo l’associazione per aver portato in scena uno spettacolo di tale valore e impatto sociale».
SINOSSI
1950, Licata, in provincia di Agrigento. Rosa è una giovane donna di ventitré anni. Vive in un tugurio, una piccola stanza insieme al marito ventiseienne, Gioacchino, e la figlia, Angela, di nove mesi. Rosa vorrebbe scappare dal suo matrimonio infelice e dalle voci opprimenti del suo piccolo paese, che soffocano i suoi diritti di donna e il suo animo da artista, e riappropriarsi della sua libertà. O, addirittura, viverla per la prima volta. La sua libertà è legata ad una chitarra e alla sua voce evocatrice. Il suo sogno è diventare una famosa cuntastorie, e cantare di sè e le storie della sua terra.