Descrizione
I Sindaci dei Comuni di Buseto Palizzolo, Castellammare del Golfo, Custonaci, Erice, Gibellina, Paceco, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Salemi, Santa Ninfa, Valderice e Vita (tutti Comuni c.d. ex EAS) hanno inviato un Documento congiunto al Governo della Regione Siciliana ed ai Deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana con il quale chiedono di ritirare o non approvare l’art. 16 del Disegno di Legge Regionale di Stabilità 2026-2028, che sarà discusso e deciso dal giorno 9 dicembre in avanti, perché illegittimo, ingiusto, gravemente dannoso per i bilanci dei loro Comuni e per i cittadini dei loro territori.
I Sindaci firmatari ricordano che nei territori dei loro Comuni il servizio idrico ai cittadini è stato svolto da sempre dall’Ente Acquedotti Siciliani che ha realizzato le infrastrutture, fornito l’acqua, collocato i contatori-misuratori dei consumi, verificato i consumi di ciascuna utenza e riscosso i canoni dai cittadini. Nel contempo l’E.A.S. ha dall’anno 2004 in avanti ricevuto l’acqua da Siciliacque s.p.a. per poi erogarla ai cittadini sulla base di una Convenzione valida fino al 2044 sottoscritta con la Regione Siciliana. Dal 2020-22 l’E.A.S., stante il suo stato disastroso, è stata posta in liquidazione coatta amministrativa (corrispondente alla dichiarazione di fallimento) dalla stessa Regione Siciliana.
La Corte Costituzionale ed il T.A.R. di Palermo, con Sentenze irrevocabili, hanno statuito che a seguito della liquidazione dell’E.A.S. il servizio idrico non può essere svolto dai singoli Comuni – e che infatti non lo svolgono, non hanno stipulato contratti con i cittadini per tali servizi e quindi non possono verificare i singoli consumi non avendo la disponibilità legale dei contatori - e che è compito della Regione Siciliana farsene carico. La Regione Siciliana è stata sostanzialmente inerte nonostante i suoi poteri straordinari rimanendo sempre in attesa degli eventi futuri.
Con il Disegno di Legge di Stabilità si vuole che i Comuni paghino con i loro bilanci l’acqua consumata sul territorio negli 2024 e 2025, e così dal 2026 in avanti, per poi farsela rimborsare anche forfettariamente dai loro cittadini. Cosa impossibile perché i Comuni non hanno titolo legale per fare ciò né ciò è legale.
I Sindaci denunziano che nel caso di approvazione di tale disegno di legge da parte dell’Assemblea Regionale Siciliana – certamente illegittimo anche Costituzionalmente - l’effetto sarebbe che, per fare fronte a tale spesa pluriennale, i Comuni dovrebbero eliminare dal loro bilancio la quasi totalità degli stanziamenti per i servizi sociali, e per alcuni Comuni si aprirebbe pure la via del dissesto finanziario. Ed anche quando i Tribunali e la Corte Costituzionale accerteranno la illegittimità della norma si sarà intanto causato un danno ai Comuni ed ai cittadini irreparabile.
I Sindaci chiedono perciò di ritirare o bocciare l’art. 16 del disegno di legge regionale di Stabilità e chiedono al Governo Regionale di disporre dei suoi poteri normalizzando una situazione insostenibile a cui non si può ovviare con un colpo di mano legislativo.
I Sindaci dichiarano da subito la loro mobilitazione generale.
Daniela Toscano Pecorella
Sindaca di Erice
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Ultimo aggiornamento: 5 dicembre 2025, 14:16